domenica 11 novembre 2012

Miryam (Il vangelo di Maria)



“Vi insegnerò – disse allora ai viaggiatori, con tono deciso eppure quieto. - Sappiate però che vi insegnerò con una memoria povera, perchè bisogna essere coscienti di questo: quello che dovevo sapere si è fuso con il mio corpo, la mia stessa carne ha imparato a diventare diversa e poi, soprattutto, i miei occhi... il mio cuore. Non so cosa ne faranno le parole...”

Ve lo dirò con le parole di Colui che mi ha insegnato: quello che fa di noi dei pellegrini e dei cercatori di pace è il ricordo della Gioia, e quel ricordo, senza saperlo tutti quanti lo portiamo in noi... Persino nell'abisso delle nostre tristezze più profonde! L'abbiamo in noi perchè è il Soffio della Vita, il marchio indelebile del nostro spirito. Senza di esso non esistiamo.

Amare significa non trattenere nulla... pur trattenendo quello che può accecare. Amare significa imparare a diventare un occhio in cima alla montagna, e simultaneamente una mano nella valle. E' l'unione del pugno capace di levarsi e del cuore che esprime solo tenerezza.

Il Vangelo di Maria Maddalena, Daniel Meurois-Givaudan 

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